Il processo di reciproca omologazione che opera tra i delinquenti [vedi primo post] non risparmia nemmeno la lingua italiana. Così, qualche tempo è invalso l'uso "delinquenziale" di "piuttosto che" nel senso di "o", "oppure".
Così, se leggete in un articolo o sentite dire da un uomo pubblico "vado a Milano piuttosto che a Genova" è probabile che il soggetto intenda dire che per lui è la stessa cosa andare in una delle due città.
In italiano, viceversa, la frase vuol dire che preferisce la capitale della Lombardia e in quella della Liguria non ci vuole andare.
Ben conoscevano il significato giusto quelli che, magari analfabeti, cantavano nell'antica canzone antifascista "...piuttosto che parlare, vado alla morte!".
C'è dunque da pensare che, invece, i nostri illustri e magari plurilaureati delinquenti si sentano svincolati dal rispetto delle norme anche linguistiche piuttosto che le ignorino .
Dunque, per capire cosa il delinquente di turno voglia dire, occorre esaminare il contesto in cui la frase si colloca, il che non sempre è facile ed è, comunque, fastidioso.
Regalo a chi ha più tempo di me di realizzare l'idea, che avevo avuto tempo fa, di scrivere un racconto in cui l'Italia viene trascinata in guerra perchè nel corso di colloqui internazionali l'interprete - non aggiornato sul lessico delinquenziale - traduce secondo il suo significato proprio l'espressione in questione. Potrebbe essere divertente.
14 nov 2007
Piuttosto
Pubblicato da Johnathan alle 15:55:00 2 commenti
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Sicurezza
Il tema viene affrontato dai delinquenti [vedi primo post] con grossolanità fastidiosa e demagogica (almeno lo spero: ma sempre più temo che siano in buona fede, che ci credano). Assistendo ai vari talk show, leggendo i giornali, sentendo le sedute in Parlamento, ecc., sembra di assistere a una discussione sull'ultima partita della squadra del cuore al bar dello sport, in cui la gara è a chi la spara più grossa.
Un romeno compie un delitto? "tolleranza zero!" proclama un fresco leader di sinistra (?) desideroso di acquisire consensi al centro; cacciamone 300.000! ribatte qualche artista con velleità messianiche; cacciamoli tutti!, rilancia chi non dimentica di far parte di quelli che ce l'hanno duro; e così via.
Ovviamente, nessuno dei Nostri è o sarebbe in grado di fare quello che proclama (ci vorrebbe un novello Hitler con relative divisioni di SS) e le sparate suddette sono fatte solo per acquistare consensi facili. Il che mi dovrebbe lasciare solo un po' digustato, ma tranquillo.
Invece, nella mia pignola pretesa di coerenza aspetto - in aggiornamento per i più recenti fatti - dichiarazioni conseguenti con apposite puntate di approfondimento a "Porta a porta", con plastici vari e adeguata schiera di esperti in psichiatrocriminologia.
E poichè, di questi tempi è vano affidare ai buoni sentimenti la nostra dignità di ascoltatori, vado sul concreto: metto all'asta il mio voto, che andrà al primo che dica che:
* dopo le gesta del cecchino di Guidonia, occorre chiudere in campo di concentramento tutti gli ex militari (ed anche il sindaco di Guidonia, per dar soddisfazione a quelli dell'antipolitica).
* a seguito dell'assassinio del giovane Sandri sull'autostrada tutti i poliziotti vanno deportati in Siberia, previo accordo con Putin, negoziato - secondo le preferenze politiche - dal ministro degli esteri o dall'amico Berlusconi. Nel sahara, invece, tutti i tifosi, mentre il campionato di calcio va abolito (devo dire che questa seconda parte non mi dispiacerebbe). I bambini che giocano a pallone? in riformatorio.
* ovviamente, considerata la lunga sequela di violenze e delitti interfamiliari la famiglia stessa va cancellata: si formi una commissione bicamerale (e bipartisan, of course) per la modifica dell'art. 29 della costituzione.
* occorre bombardare il Vaticano, non per ottocentesco laicismo, ma per combattere l'odioso fenomeno dei preti pedofili.
* l'università di Perugia va chiusa, gli studenti stranieri (e non solo gli studenti, già che ci siamo) rimpatriati e le aule trasformate in carceri per rimetterci un po' di improvvidamente condonati.
* ecc. ecc.
Così tra queste immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è amaro in questo mare
Pubblicato da Johnathan alle 15:42:00 0 commenti
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Delinquenti
"Delinquenti" è il modo - indignato, ma con una vena di sconsolata rassegnazione - con cui da tempo mi riferisco ai componenti della italica classe dirigente.
Tutta la classe dirigente, non solo i politici come va di moda fare di questi tempi, sulla scia di una "campagna " promossa da altre componenti dei delinquenti.
Proprio questa moda mi ha trattenuto fino ad oggi da questa iniziativa, che pure meditavo da tempo, per il timore di essere confuso in tale coro.
Ho però poi pensato che tacere è sempre sbagliato e che forse la rete mi potrebbe consentire incontri con persone che abbiano un modo di sentire e di pensare simile al mio con cui scambiare idee.
E, quindi, vado a cominciare. Nello scarso tempo a mia disposizione per curare questo blog vi inserirò ogni tanto qualche riflessione su fenomeni e fatti di maggiore o minore attualità. Non vi aspettate grandi cose, perchè la botte da il vino che ha e io non sono che uno dei tanti che Gaber definiva gabbiani ipotetici: di volare non sono capace. Però, se troverò qualche interlocutore, si potrebbe avviare una conversazione di tono un po' più serio di quello ironicamente amaro che userò nei primi post.
Saranno graditi contributi e commenti. Non lo saranno, invece, sfoghi isterici e/o maniacali, insulti e volgarità varie, pubblicità più o meno occulta, ecc. che - sempre nei suddetti limiti di tempo - saranno cancellati.
Questo è tutto (per ora).
Pubblicato da Johnathan alle 15:37:00 1 commenti
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