Il processo di reciproca omologazione che opera tra i delinquenti [vedi primo post] non risparmia nemmeno la lingua italiana. Così, qualche tempo è invalso l'uso "delinquenziale" di "piuttosto che" nel senso di "o", "oppure".
Così, se leggete in un articolo o sentite dire da un uomo pubblico "vado a Milano piuttosto che a Genova" è probabile che il soggetto intenda dire che per lui è la stessa cosa andare in una delle due città.
In italiano, viceversa, la frase vuol dire che preferisce la capitale della Lombardia e in quella della Liguria non ci vuole andare.
Ben conoscevano il significato giusto quelli che, magari analfabeti, cantavano nell'antica canzone antifascista "...piuttosto che parlare, vado alla morte!".
C'è dunque da pensare che, invece, i nostri illustri e magari plurilaureati delinquenti si sentano svincolati dal rispetto delle norme anche linguistiche piuttosto che le ignorino .
Dunque, per capire cosa il delinquente di turno voglia dire, occorre esaminare il contesto in cui la frase si colloca, il che non sempre è facile ed è, comunque, fastidioso.
Regalo a chi ha più tempo di me di realizzare l'idea, che avevo avuto tempo fa, di scrivere un racconto in cui l'Italia viene trascinata in guerra perchè nel corso di colloqui internazionali l'interprete - non aggiornato sul lessico delinquenziale - traduce secondo il suo significato proprio l'espressione in questione. Potrebbe essere divertente.
14 nov 2007
Piuttosto
Pubblicato da Johnathan alle 15:55:00
Etichette: delinquenti, omologazione
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2 commenti:
Non so se li definirei delinquenti, però anch'io mi sono chiesta spesso perchè questo "piuttosto che" insensato! Negli ultimi anni sono entrati nel parlato diversi di questi termini usato a sproposito...
Ciao
PennyL
Ottimo nome per un blog.
Ma ricorda: 'spride your little wings and fly away' cantavano i Queen. Le ali ce le abbiamo tutti. Il difficile è usarle.
Buona fortuna.
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